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La locanda (di Jalāl al-Dīn Rūmī)

    La locanda (di Jalāl al-Dīn Rūmī)

    L’essere umano è una locanda,
    ogni mattina arriva qualcuno di nuovo.
    Una gioia, una depressione, una meschinità,
    qualche momento di consapevolezza arriva di tanto in tanto,
    come un visitatore inatteso.
    Dai il benvenuto a tutti, intrattienili tutti!
    Anche se è una folla di dispiaceri
    che devasta violenta la casa
    spogliandola di tutto il mobilio,
    lo stesso, tratta ogni ospite con onore:
    potrebbe darsi che ti stia liberando
    in vista di nuovi piaceri.
    Ai pensieri tetri, alla vergogna, alla malizia,
    vai incontro sulla porta ridendo,
    e invitali a entrare.
    Sii grato per tutto quel che arriva,
    perché ogni cosa è stata mandata
    come guida dell’aldilà.

    Jalāl al-Dīn Rūmī, (in persiano: جلال‌الدین محمد بلخى‎ [dʒælɒːlæddiːn mohæmmæde bælxiː]), anche conosciuto come Jalāl ad-Dīn Muḥammad Rūmī (in persiano: جلال‌الدین محمد رومی‎ [dʒælɒːlæddiːn mohæmmæde ɾuːmiː]) ed è più conosciuto come Mevlānā in Turchia e come Mawlānā (in persiano: مولانا‎ [moulɒːnɒː]) nell’Iran ed Afghanistan (Balkh, 30 settembre 1207 – Konya, 17 dicembre 1273), fu un poeta e mistico persiano.
    Fondatore della confraternita sufi dei “dervisci rotanti” (Mevlevi), è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana. In seguito alla sua dipartita i suoi seguaci si organizzarono nell’ordine Mevlevi, con i cui riti tentavano di raggiungere stati meditativi per mezzo di danze rituali.