“[…] Spesso non ci rendiamo nemmeno conto a quanti ‘se solo’ crediamo ciecamente. “Se solo la gente non scocciasse!”, “Se solo riuscissi a perdere dieci chili!”, “Se solo fossi meno stupido!”. Questi sono esempi semplici di come quotidianamente alimentiamo la convinzione che la felicità dipenda dall’assenza di condizioni spiacevoli e dalla realizzazione delle nostre aspettative.
Il lavoro interiore ci educa a diventare più liberi dai nostri condizionamenti mentali che, pur essendo mossi da una forte avversione per il disagio, ci portano a coltivarlo assiduamente e, incredibile a dirsi, anche con molta fiducia. Troppo spesso infatti crediamo che la soluzione dei nostri problemi risieda principalmente nell’opporci ad essi e nel manifestare con forza il nostro dissenso. […]”
(Neva Papachristou, tratto dalla rivista SATI di maggio-agosto 2016, pag. 18)